Francesca Tiso Mora

 
 

Francesca Tiso Mora è nata a Verona.

E’ laureata in Lettere con tesi in Letteratura moderna e ha conseguito un diploma di Arti grafiche e pubblicitarie.

I suoi primi apprendimenti pittorici risalgono alla frequentazione, da ragazza, dello studio del pittore veronese Moreno Zoppi.

Ha proseguito negli anni la sua attività pittorica e ha maturato la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti “G. B. Cignaroli” di Verona frequentando i Corsi di Pittura tenuti dai professori Davide Antolini, Maurizio Taioli e Nicola Nannini, e, nello stesso tempo, approfondendo il suo interesse per il Disegno Anatomico come
allieva del professore Franco Spaliviero.

Presso l’Accademia “Cignaroli” ha seguito diversi stages di pittura, tenuti dai pittori Fulvio Testa, Rosabianca Cinquetti e Davide Benati.

Nel 2004 è stata selezionata tra gli Artisti finalisti del Concorso Nazionale “Premio Celeste 2004” - Prima edizione - patrocinato dal Comune di San Gimignano.

Nel 2008 è stata premiata con l’assegnazione del “Lascito Vaona - Allegri - Riolfatti” dall’Accademia di Belle Arti “G. B. Cignaroli” di Verona.

Nel 2010 e nel 2011 è stata selezionata tra gli Artisti finalisti dei Concorsi “L’Arte racconta i Quartieri 2010 e 2011”, patrocinati dal Comune di Verona.

Nel 2012 viene classificata tra gli “Artisti Premiati” del Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea “SaturArte’12” - 17^ Edizione, patrocinato dalla Regione Liguria e dalla Provincia e dal Comune di Genova.                                                                           

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La mia pittura


Sono colori spettacolari: spesso acidi nei lampi di neon, freddi nel balenare di fari in corsa, caldi nei coni di luce abbagliante, misteriosi e profondi nelle zone d'ombra.

Sono colori artificiali ma paradossalmente sono i più autentici perché reali, perché è questa la nostra realtà, o forse è la mia realtà: il mio mondo è questo paesaggio urbanizzato, inquieto e inquietante, per me mai pacifico o pacificatore.


Realtà è la velocità della vita, il balenare e la fugacità delle luci e degli incontri, la fluidità e l'indeterminatezza del procedere.

Cerco di vedere la bellezza nell'effimero, nel lampo cangiante e fugace, cerco la positività nel transitorio, nell'illusione luminosa intermittente e per questo così vitale anche nella sua dolorosa precarietà.

Eccomi così tra colori e buio, tra fanali e velocità, a scoprire la colorata bellezza notturna di certe crude zone industriali o il miraggio cromatico di certi svincoli autostradali, a cercare le luci tra asfalto, semafori, neon e distributori.


Già, i distributori. Mi piacciono.

Silenziosi, luminosi di colori ammalianti, conosciuti e riconoscibili anche da lontano e pronti ad accoglierci, quasi pezzi di "casa" sempre uguali capaci di accudirci in ogni parte del mondo, senza sorprese se non quella dei loro bagliori fascinosi e coloratissimi.

Li vedo come novelle cattedrali della nostra società, ovunque uguali nel loro abbraccio e diversi nel loro iridescente apparire.


Ma mi piace anche il buio più profondo che nasconde le nudità di certe periferie, che vela le facciate di troppi edifici inadeguati, che mimetizza tanti squallori delle nostre coabitazioni.

Buio ma mai nero, non assenza di colore ma buio colorato perché ottenuto con infinite velature di pigmenti che lo rendono viola profondo, o blu infinito, o bruno sotterraneo.


Sempre colore.

Amo, nei miei lavori, far convivere la pennellata rapida, immediata, liberatoria accanto a effetti di velature pazienti, sovrapposte lentamente, una sull'altra, giorno dopo giorno, per effetti di luminescenza o di contrasti scuri che compaiono gesto dopo gesto.

In fondo per me l'emozione del dipingere è qui, nello scoprire che il ritmo del gesto è infine il mio ritmo interiore: un flusso incessante nel frenetico vivere quotidiano, che conosce la precarietà come le solitarie luci notturne.


Francesca Tiso Mora

 

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